Serie (7) – Soldi Europei per la mafia?

Oggi - E cosa ha da dire la Commissione Europea? No, la Commissione Europea non ha risposto alle nostre domande, e ci deve essere un buon motivo per farlo...

Di fronte ai potenti, i cittadini europei non sono niente... Foto: Ank Kumar / Wikimedia Commons / CC-BY-SA 4.0int

(Kai Littmann) – Dopo mesi di indagini, abbiamo inviato 6 domande alla Commissione Europea per capire come sia stato possibile che, per decenni, parte dei fondi investiti nella costruzione di gasdotti in Italia siano finiti nelle casse della criminalità organizzata italiana. Pensavamo ingenuamente che la Commissione Europea ci avrebbe spiegato le procedure e, soprattutto, come intendeva prevenire questo tipo di incidenti in futuro. Invece di darci delle risposte, un funzionario dell’ufficio comunicazioni ci ha fornito informazioni sul finanziamento del progetto del gasdotto TAP, confermando sostanzialmente che il progetto TAP era stato parzialmente finanziato nell’ambito di un pacchetto finanziario che coinvolgeva diversi fondi europei. Purtroppo, le nostre domande sulla cooperazione degli organismi europei con partner italiani vicini alla criminalità organizzata non hanno avuto risposta, così come la nostra domanda su come la Commissione Europea intenda evitare che in futuro i fondi europei finiscano nelle tasche della criminalità organizzata e funzionari corrotti in Italia.

Ecco le domande che abbiamo inviato a Bruxelles, inizialmente alla Direzione generale dell’Energia, ma che poi sono circolate per quattro settimane, come creando fibrillazioni, tra i servizi di comunicazione della Commissione:

1. La Commissione Europea era a conoscenza della frode commessa dai suoi partner all’interno della struttura Italiana [ENI - SNAM - Bonatti]?

2. La Commissione Europea era a conoscenza dei procedimenti legali intentati contro “il sistema” dai subappaltatori della Bonatti (che non erano stati pagati per intero per il loro lavoro) negli ultimi 26 anni e del malfunzionamento del sistema legale italiano in questo contesto (procedimenti non trattati, giudici corrotti, rifiuto di emettere una sentenza da parte della Corte di Cassazione, ecc.)

2a. Se sì, qual è stata la reazione della Commissione Europea?

2b. Se sì, come sono stati monitorati il progetto, il budget e i progressi?

3. Chi ha riferito alla Commissione Europea? ENI, SNAM, SNAM Progetti, Bonatti? Come sono state controllate le relazioni dei partner Italiani?

4. Considerando le somme in gioco e il fatto che i legami di almeno SNAM e Bonatti con la criminalità organizzata sono stati accertati da numerose e indiscutibili pubblicazioni, il monitoraggio dei bilanci avrebbe dovuto essere particolarmente attento. Può descrivere il processo di monitoraggio delle varie tranche dei progetti di costruzione dei gasdotti in Italia? Qual è stata la frequenza, il contenuto e l’approfondimento dei rapporti sui progetti in Italia? Come sono stati controllati questi rapporti e da chi?

5. Quali possibilità ha la Commissione Europea di obbligare i suoi partner italiani a rispettare la “Legge Anti-Mafia”, a sanzionare le violazioni di tale legge e a garantire il pagamento dei subappaltatori dei contraenti generali?

6. Quali possibilità ha la Commissione Europea per garantire che nessun altro denaro europeo scompaia nelle casse della criminalità organizzata in Italia?

Come ci ha informato una portavoce della Commissione, il gasdotto transadriatico (TAP) è uno dei “Progetti di interesse comune”, come spiegato in un precedente articolo di questa serie. Secondo la portavoce, la Commissione ha finanziato solo 14 milioni di euro per gli studi di fattibilità e sottolinea che la Commissione non ha finanziato o cofinanziato alcun lavoro di costruzione, ingegneria o fornitura di materiali. I lavori sono stati eseguiti dalla Trans Adriatic Pipeline AG, un consorzio che comprende la SNAM s.p.a., i cui legami con la criminalità organizzata sono stati documentati in numerose pubblicazioni in Italia, e che è tuttora partner delle istituzioni Europee.

Sebbene il contributo diretto della Commissione (attraverso il Meccanismo per collegare l’Europa) sia limitato a 14 milioni di euro, resta il fatto che per questo progetto sono stati mobilitati fondi europei. 688 milioni di euro di garanzia dal Fondo europeo per gli investimenti strategici (EFSI), 500 milioni di euro di prestito dalla Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo, 500 milioni di euro dalle banche commerciali. Questo riguarda “solo” il gasdotto TAP; non sono state fornite cifre per il Gasdotto Trans-Mediterraneo (TMP). E queste informazioni non cambiano il fatto che, nell’ambito di questo progetto, la “Legge Anti-Mafia” è stata violata, i subappaltori sono stati danneggiati e distrutti, e che questo chiaramente non interessa a molti, ma e’interesse della C.R.D.U..

Avremmo voluto che la Commissione rispondesse alle nostre domande e prendesse posizione sui legami tra alcuni dei suoi partner e la criminalità organizzata. Bruxelles dispone di un intero arsenale di misure che la Commissione può applicare nel caso in cui i beneficiari dei fondi europei violino la legge, come la “Legge Anti-Mafia” (Legge 1990/55). Queste misure possono arrivare fino alla revoca degli ordini. Ma ovviamente questi legami con la criminalità organizzata e la corruzione dilagante non sono uno shock per Bruxelles.

Nel prossimo articolo vedremo un esempio concreto. L’imprenditore edile Rosario Leo e le sue imprese sono state distrutte da “il sistema” e da 26 anni si batte per ottenere la giustizia, e lo smantellamento della criminalità organizzata. Non troverà sostegno per la sua ricerca di giustizia a Bruxelles…

Precedentemente pubblicato in questa serie:

Articolo 0
Articolo 1
Articolo 2 (numero speciale)
Articolo 3
Articolo 4
Articolo 5
Articolo 6

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