Salisburgo : in quale scattola buttiamo i migranti?

Vertice dei Capi di Stato e di Governo a Salisburgo: risorgono i disaccordi.

Salisburgo... Foto: Thomas Pintaric / Wikimedia Commons / CC-BY-SA 3.0

(MC / BV) – Due punti fondamentali e urtanti sono all’ordine del giorno della riunione dei capi di stato europei a Salisburgo in questi giorni: il Brexit e la “questione dei migranti”. Per il primo, si puo’ fare la scommessa vincente che i problemi e le divergenze non verranno risolti nei prossimi tempi, questo braccio di ferro tra adolescenti brufolosi grotteschi e osceni finirà piuttosto male ed a spese della Gran Bretagna, e qualcuno penserà che se lo merita; in ogni caso, molti industriali hanno lanciato l’allarme e hanno attirato l’attenzione degli Exiteers sui gravi pericoli dell’ isolazionismo. Gli inglesi si potrannon consolare aumentando considerevolmente la quota degli investimenti cinesi nella Big Island.

Per quanto riguarda la questione dei migranti, non possiamo sperare in un qualunque accordo, se pur modestamente soddisfacente. Sappiamo che il nocciolo duro dei governi populisti e para-fascisti non si muoveranno di una virgola: Salvini, Orban e altri non alzaranno un dito.

Dopo un estate molto frenetica, le tensioni sono aumentate riguardo al destino di questi milioni di esseri umani partiti per cercare, come prima di loro centinaia di migliaia di italiani … e alsaziani, una vita decente lontano dal loro paese. Donald Tusk, il presidente del Consiglio Europeo, ha invitato i dirigenti europei a porre fine al gioco del “scaricabarile” che si poteva ammirare in particolare tra Francia e Italia; al punto che l’animosità tra italiani e francesi è diventata palpabile, dando il sentimento che il battibecco tra i dirigenti contaminano i loro popoli … Cio’ è spregevole, e ricorda – fin troppo – 1930.

In ogni caso, l’idea avanzata la scorsa primavera di “piattaforme di sbarco” è stata respinta dai paesi sollecitati, in particolare quelli dei Balcani. In Africa, il Niger e il Ciad hanno ridisegnato la richiesta e potrebbero probabilmente accettare una versione meno dura di queste piattaforme, che sono, in realtà, e in ogni caso, vere piattaforme di confinamento.

Un’altra idea che è stata buttata sulla carta e che non ha praticamente visto l’accenno di una realizzazione in questi ultimi mesi: quella di “centri di controllo”, dove smistare “i richiedenti d’ asilo legittimi” dai ” migranti economici irregolari “, come si separa il grano dalla paglia. Sulla carta, com’è semplice! Beh no, le realtà umane non lo sono mai. La realizzazione di una tale farsa poliziesca ancora meno. Sempre che in futuro ci s’impegni ad evitare quelle incertezze deplorevoli di quest’ estate riguardo alle tribolazioni delle navi Aquarius e Diciotto .

Il presidente della Commissione Jean-Claude Juncker ha invitato i paesi che non ospitano migranti a casa … per farlo. Bene, non lo faranno. Ci scommettiamo? Il problema generale è che i paesi del Mediterraneo, i principali punti di arrivo dei migranti africani, vogliono condividere gli immigrati tra tutti i paesi europei – ma ecco : i paesi dell’Europa centrale lo rifiutano categoricamente.

Abbiamo anche potuto constatare l’incredibile ipocrisia della Francia, il cui presidente spinge tale ipocrisia fino ad insultare gli italiani, pur sapendo che la Francia è uno dei paesi che ha ospitato il più piccolo numero di persone in condizioni di povertà assoluta. Ma facciamo finta di niente!

Naturalmente, ci aspettiamo un accordo sul minimo comune denominatore. Cioè sugli aspetti repressivi di questo dossier. L’intensificazione delle espulsioni, il notevole aumento della pressione sui paesi di origine e di transito, e il rafforzamento delle frontiere esterne e del Frontex, l’agenzia per la sorveglianza e gestione europea delle frontiere dell’ UE.

I leader europei si lasceranno presto, lo possiamo indovinare, con la soddisfazione di essersi molto bene intesi su questi espedienti repressivi. Cos’altro? Niente, o quasi.

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